Avellino
La ricerca informale di Serpic non nasce dalla pura casualità dei getti di colore, bensì da un’evoluzione della forma del riconoscibile, che nel corso della sua carriera artistica, è andata depurandosi in allusioni visive e quindi in pure fantasmagorie segniche. In ogni sua composizione, e ogni volta operando scelte cromatiche diverse, la tavolozza tende a concentrarsi su poche predominanti, che in certi casi sintetizzano un’immagine mentale, una proiezione interiore legata alla memoria di un paesaggio, di una forma, o di un viso.
Si direbbe tuttavia che ogni composizione di Serpic si attui proprio in relazione ai colori che ha deciso di stendere sulla tela in seguito a una prima scelta dettata dell’istinto, trovando poi le ragioni espres questi elementi ancora figurali non si impongono tuttavia all’occhio dell’osservatore, ma lo costringono a una ricerca fortunosa nella sintassi di un discorso pittorico mirato sulla non forma. In altri casi è solo il colore che parla attraversoimpaginati rigorosamente contenuti in un ordine spaziale premeditato, e 
funzionale a un’astrazione calda ed espressiva.

Paolo Levi

 

Ottobre 8 @ 19:20
19:20 — 20:20 (1h)

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