Caserta
Rassegna internazionale d’arte contemporanea Reggia di Caserta

La trama magmatica di Serpic sorprende per la sua carica emozionale ma altresì affascina per la materializzazione e smaterializzazione segnica, cui si aggiunge uno slancio cromatico vero, apparentemente una sorta di non colore (perché il nero richiama ciò, ma in realtà un’essenza di colore ben definita). Potrebbe sembrare una contraddizione ma la pittura di Serpic vive in questo ossimoro, il nero per definizione storica, non colore, diventa per lui colore, e con esso suono. Dunque segno colore e musicalità. Ma che cosa sta dietro il respiro grafico cromatico di questo autore? Una riflessione sull’esistenza, non una narrazione. Con le sue opere questo artista non racconta, non autorizza il fruitore a sostare in un impianto figurale che descrive, quanto piuttosto osserva, afferma e nega. Dunque che cos’è il mondo per il “giovanissimo” Sergio Simeoni? È un coacervo di oggetti, di pensieri di drammi e di gioie. È un sormontarsi di ricordi e di richiami, di negazioni e di affermazioni appunto. Perché nella vita ci sono i valori, ci sono gli amori e gli onori, le malinconie e le gioie, gli stati d’animo contrastanti della mattina e della sera, le grida d’aiuto e le consapevolezze di potercela fare da soli. E questo mondo cosi variegato che sgorga dal cuore di Sergio Simeoni, ecco rabdomanticamente baluginare nella ricerca cromatica di Serpic. E allora sottrarre colore, aggiungere traccia, tagliare i bianchi e i neri, diventa espressione dell’animo, di una progettualità emotiva che può assumere anche caratterizzanti casuali, ma che è soprattutto autoreferenziale, perché con questi segni l’artista si presenta. Questo testo è scritto da me che mi firmo, ma in realtà è suo, di Serpic, anzi, di Sergio Simeoni, uomo dalla versatilità immediata, uomo dell’ossimoro luminoso, “l’estate fredda” diceva il poeta, il bianco e il nero, l’affermare e il negare, l’essere sospeso tra terra e cielo e l’essere concretamente poggiato alle radici del proprio essere, emozione e concretezza, sentimento e ragione.

Vito Sutto

Ottobre 8 @ 19:30
19:30 — 20:30 (1h)

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